Forse non li hai mai sentiti nominare, eppure i Ftalati sono i plastificanti più diffusi nel mondo e tutt’oggi si trovano nella gran parte dei prodotti che utilizziamo. Ne sono un esempio creme cosmetiche, shampoo, adesivi, vernici, contenitori di vario genere (compresi quelli alimentari e dei fast food) e giocattoli (di solito di provenienza cinese i quali spesso vengono sequestrati) che fanno parte della nostra quotidianità.

Oggi la principale fonte in cui troviamo questa sostanza chimica oltre la plastica è nel cibo (anche se in quantità infinitesime), nell’acqua, nel suolo e nell’aria a causa dell’uso estensivo di queste sostanze negli scorsi decenni che ha contaminato i terreni e di conseguenza il mangime per gli allevamenti.

Tali sostanze sono presenti soprattutto negli alimenti con un alto contenuto di grassi come carne, latticini, formaggi. Le quantità con cui noi adulti veniamo a contatto sono basse ma i bambini sono più esposti, assumendone quantità maggiori in proporzione al loro peso corporeo.

Secondo uno studio condotto da neuroscienziati dell’Università dell’Illinois un’esposizione continua e massiccia a questi composti potrebbe interferire con lo sviluppo del cervello. Che gli ftalati non fanno bene alla salute lo si sapeva: precedenti studi avevano dimostrato che interferiscono con il sistema ormonale anche a basse dosi e che può esserci un’associazione fra l’esposizione a tali sostanze e disturbi del neurosviluppo. Per approfondire questo  collegamento, i ricercatori hanno studiato come agiscono questi materiali nel ratto prima e dopo la nascita, attraverso una somministrazione giornaliera, nella dieta della madre, di un cibo contenente una miscela di ftalati.

Dallo studio emerge che i figli degli animali alimentati in questo modo, mostrano in età adulta una riduzione dei neuroni e delle sinapsi in una regione del cervello, nonché a una minore flessibilità cognitiva.

Lo studio potrebbe quindi aprire nuove prospettive di studio. Sicuramente l’utilizzo di questa sostanza può far male non solo all’ambiente, ma anche alla nostra salute.

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