Se pensiamo al bene più prezioso che abbiamo sicuramente l’acqua merita il primo posto. Per questo motivo l’Organizzazione delle Nazioni Unite dal 1992 ha scelto di dedicargli il 22 marzo come Giornata per ricordarci quanto questo elemento sia fondamentale. Un bene primario imprescindibile per la vita di tutti noi. Forse sono poche ventiquattr’ore per ricordarci che mentre dall’altra parte del mondo c’è chi muore di sete o beve da pozzi inquinati noi occidentali invece troppe volte la sprechiamo con infinite docce, rubinetti sempre aperti mentre ci laviamo i denti o laviamo le stoviglie. Parallelamente agli sprechi della parte ricca del Pianeta, ogni anno la richiesta di acqua aumenta di un punto percentuale: un vero e proprio allarme.
Il caso dello sciopero indetto da Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese di cui si parla tanto in questi giorni, è servita a portare all’attenzione una problematica che non lascia dubbi: non abbiamo più molto tempo. Secondo un calcolo degli scienziati, ci restano solo 12 anni di tempo per arrestare il cambiamento climatico in corso, solo se riusciamo a ridurre i nostri consumi e redistribuire le risorse, comprese quelle idriche.
Sull’acqua, gli italiani non hanno le idee chiare. Lo rivelano i risultati di un recente studio nel nostro Paese che traccia uno scenario di preoccupante indifferenza. Disinteresse e disinformazione vedono proliferare luoghi comuni e falsi miti che alimentano abitudini e stili di vita sempre più insostenibili, come dimostra l’allarme per l’inquinamento degli oceani da parte di oltre 150 milioni di tonnellate di plastica, in buona parte costituiti da bottiglie monouso.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, dovremmo riflettere su una serie di notizie in tema di acqua:
- Nonostante la qualità dell’acqua degli acquedotti italiani, nel nostro Paese è radicata la convinzione che l’acqua del rubinetto non sia abbastanza sicura e potabile. Un problema di percezione che mette l’Italia al 1° posto tra i Paesi europei per il consumo di acque minerali in bottiglia, e il secondo al mondo, dopo il Messico.
- In molti pensano che l’acqua in bottiglia sia migliore di quella del rubinetto. Paragonare la qualità delle acque non è semplice perché regolate da normative differenti. Inoltre, la maggioranza delle bottiglie di acqua minerale in commercio è realizzata in plastica PET, un materiale che ha pericolose controindicazioni perché rilasciare particelle nocive (quando ad esempio è esposto per lungo tempo al sole o a fonti di calore). Il controllo e la sicurezza dell’acqua di acquedotto invece sono garantite fino al contatore di casa, oltre il quale la competenza è dell’utente finale: la manutenzione periodica delle tubature, l’igienizzazione e l’apposizione di semplici filtri al punto d’uso sono buone pratiche da adottare per avere un’acqua gradevole e sicura a casa.
- Le bottiglie d’acqua in plastica PET non si smaltiscono e riciclando facilmente, avendo una vita media stimata intorno ai 1000 anni, non sono biodegradabili. In realtà solo una piccola parte delle bottiglie viene correttamente raccolta e riciclata. Inoltre, la produzione stessa di questo materiale utilizza grandi quantità d’acqua e petrolio, diventando così non sostenibile.
Non vi sono dubbi sul fatto che è necessaria una rieducazione per tutti noi, per salvaguardare questa preziosa risorsa, sensibilizzando l’opinione pubblica verso stili di vita più responsabili e sostenibili. Una soluzione che ci viene in aiuto, per avere un riscontro concreto, sono i sistemi di trattamento dell’acqua come i depuratori da utilizzare nelle nostre case, che rappresentano un contributo per la lotta all’inquinamento della plastica. Un beneficio per l’ambiente, per la nostra salute ed un risparmio economico è possibile.
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