Da domani torna la zona rossa per la Calabria, come in molte altre regioni d’Italia, ed il problema Covid impone una riflessione su quanto si sta facendo e si è fatto in passato in materia di prevenzione della diffusione di patogeni, soprattutto negli ambienti indoor. L’aria pulita dovrebbe essere alla portata di tutti come l’acqua potabile. Sfortunatamente, la qualità dell’aria interna è spesso compromessa a causa dell’inquinamento atmosferico, della muffa ed altri fattori.
Un articolo pubblicato il 21 gennaio sulla rivista scientifica Nature, sottolinea come la trasmissione del Coronavirus avvenga soprattutto per via aerea, attraverso l’inalazione di aerosol infetti, mentre molto più marginale appare il ruolo giocato dal contatto con le superfici contaminate. Diventa dunque quanto mai importante, per contrastare la trasmissione del virus, garantire un’adeguata qualità dell’aria indoor, in particolare nelle attuali strutture vaccinali, dove il rischio potrebbe essere più elevato: gli impianti aeraulici, quelli cioè che si occupano della climatizzazione o ventilazione degli edifici, possono diventare infatti veicoli del virus
Il Rapporto ISS COVID-19 n. 5/2020 “Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2” illustra come per contrastare la diffusione dell’epidemia da virus SARS-CoV-2, risulti fondamentale nella tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori garantire una buona qualità dell’aria indoor.
Anche la European Public Health Alliance ha informato la comunità sul maggior rischio di contrarre il COVID-19 per le persone che vivono nelle grandi città, in quanto l’inquinamento atmosferico può causare asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ipertensione e diabete. Il COVID-19 ha conseguenze più gravi sui pazienti con problemi di salute preesistenti le cui condizioni, in molti casi, peggiorano con l’inquinamento atmosferico.
Anche se la quarantena causata dal COVID-19 ha ridotto drasticamente i livelli di inquinamento atmosferico possono giocare un ruolo estremamente importante nella qualità dell’aria e nella possibile trasmissione di virus e batteri patogeni per l’uomo, negli ambienti chiusi:
– Temperatura;
– Umidità;
– Ricambio dell’aria.
I più importanti mezzi di prevenzione a livello impiantistico negli ambienti chiusi a ventilazione forzata sono essenzialmente riconducibili a:
– L’incremento del ricambio di aria;
– L’esclusione del ricircolo.
Che il ricircolo di aria rappresenta un pericolo nel caso emergenziale come quello contingente, lo dimostra anche un recentissimo studio cinese.
Fra i passeggeri di 2 autobus, coloro che erano seduti su un autobus con ricircolo d’aria e con un paziente con COVID-19 hanno avuto un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2, rispetto a chi ha preso un autobus diverso in cui non era presente il ricircolo d’aria.
Per gli impianti aeraulici con recupero e ricircolo di aria, dunque, è fondamentale seguire un regolare protocollo di bonifica e sanificazione, poiché potrebbero costituire un rischio non indifferente. Inoltre, anche in casa a seconda dei livelli di inquinamento atmosferico, potrebbe essere saggio non aprire le finestre per il ricambio dell’aria. In molti casi, la qualità dell’aria interna potrebbe effettivamente essere peggiore rispetto all’aria esterna. Infatti per le persone che vivono in città inquinate, l’apertura di una finestra potrebbe non essere una buona idea. Ecco perchè un depuratore d’aria potrebbe rivelarsi un ottimo investimento per qualsiasi ambiente: dalla casa, agli uffici ed aziende, dai ristoranti e bar, ai centri medici. Ogni luogo può essere potenzialmente un ricettacolo di muffe, virus, batteri e avere cattivi odori ma l’ozono può rende completamente sterile l’ambiente. Utilizzare l’ozono, per rendere l’ambiente davvero sanificato è una scelta in grado di migliorare la nostra qualità di vita e rendere gli ambienti che più sicuri.
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