Durante l’estate è normale comprare e fare la scorta di acqua minerale, soprattutto se si è in vacanza e ci si trova in zone in cui l’acqua potabile non è disponibile. Il problema, però, è che troppo spesso la si lascia in zone della casa esposte al sole senza pensare alle conseguenze nonostante sulle confezioni ci sia scritto “tenere lontano dalla luce solare diretta in un luogo pulito, asciutto e fresco”.
L’esposizione al sole comporta però il rischio di migrazione di composti plastici? La maggior parte delle bottiglie d’acqua sono realizzate con polimeri di etilene tereftalato (Pet). Secondo alcune ricerche, i raggi ultravioletti del sole degradano debolmente il Pet, anche dopo l’esposizione per diversi mesi, inoltre l’acqua confezionata contiene microplastiche, come sottolineato dall’Organizzazione mondiale della sanità in un rapporto pubblicato il 22 agosto 2019. La sicurezza o il pericolo di ingerire queste particelle resta da studiare ma per quanto riguarda i contenitori in policarbonato, ossia la plastica dura e trasparente utilizzata per bottiglie rigide (come i biberon, ad esempio) secondo diverse ricerche (come quella di Altroconsumo o Healthtalk.com), è certo che una volta riscaldato questo materiale plastico rilascia nei liquidi una sostanza chiamata Bisfenolo A (abbreviato in BPA), composto chimico considerato nocivo per la salute umana, anche se non cancerogeno.
Prima di bere da una bottiglia d’acqua di plastica per mantenerci idratati, chiediamoci se quanto tempo questa sia stata esposta al sole. “Più è caldo, più è possibile che le sostanze contenute nella plastica contaminino il cibo o l’acqua” afferma Rolf Halden, direttore del Center for Environmental Health Engineering presso il Biodesign Institute dell’Arizona State University. L’uomo consuma la microplastica attraverso molti canali. Può ingerirla mangiando i frutti di mare, respirarla nell’aria oppure consumarla nel cibo, che contiene quantità minime delle confezioni di plastica in cui è contenuto. Per questo motivo, è difficile evitare completamente il problema, dice Cox. Ma possiamo intraprendere piccoli cambiamenti nello stile di vita, come bere l’acqua del rubinetto invece che quella in bottiglia, per ridurre la quantità di microplastica consumata, aggiunge.
Cosa possiamo fare allora per evitare rischi?
- Utilizzare contenitori in vetro
- Sistemare le casse o le bottiglie d’acqua comprate al supermercato sotto il sedile o nel bagagliaio per non ricevano luce solare diretta
- Utilizzare una borraccia di alluminio di acqua fresca del rubinetto o erogata da un distributore d’acqua prima di uscire di casa. La qualità dell’acqua potabile pubblica, infatti, viene controllata più spesso di quella in bottiglia.
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