Nella società di oggi la parola d’ordine è “felicità”. Il successo di film come “Alla ricerca della felicità” o del film d’animazione “Inside Out” è proprio questo ruolo centrale della felicità e su come condiziona la nostra vita.
Ma se da una parte abbiamo chi mira alla ricerca della soddisfazione personale, ci sono persone che invece hanno sviluppato una vera e propria fobia della felicità: questa condizione si chiama ‘cherofobia’ come il titolo della canzone che la giovane cantante Martina Attili ha portato sul palco dell’ultima edizione di X-Factor. Ma cosa che cos’è di preciso la cherofobia?
Anche se non è inserita nell’elenco dei disordini mentali, la cherofobia è riconosciuta come una forma di ansia che implica proprio la paura di essere felici.
La persona che soffre di cherofobia ha paura di affrontare le emozioni negative, quindi fa il possibile per tenersi lontano dalla tristezza e dalla sofferenza. Per riuscirci però il cherofobico evita anche emozioni positive perché da un momento all’altro ha la convinzione che potrebbe accadere qualcosa di terribile.
Chi ne soffre è talmente preoccupato all’idea di dover affrontare situazioni negative, che fugge da quelle positive, vivendo in un generale stato di apatia e infelicità.
E così costruisci una vita preordinata che vita non può dirsi perché ne manca la spontaneità, la sorpresa, la scoperta e la ricerca. Manchi proprio tu al centro della tua vita perché lasci il posto alla paura.
Ci sono alcuni sintomi ricorrenti, che accomunano le persone che hanno paura della felicità. Provano ansia quando sono invitati a partecipare a un evento sociale magari affollato, si rifiutano di partecipare ad attività considerate «divertenti», rinunciare ad opportunità che potrebbero portare a cambiamenti posiviti della propria vita. Dalla cherofobia si può passare inoltre alla paura di amare (philofobia). L’amore diventa una minaccia al nostro equilibrio e, quindi, preferiamo mettere in pratica il comportamento opposto.
Per il quotidiano inglese The Independent le persone che soffrono di cherofobia hanno il timore che se si lasciano andare allora accadrà qualcosa di terribile o perderanno il controllo. Pensano che uno stato di serenità possa diventare una condizione di vulnerabilità che richiede l’attivazione di preoccupazioni per prevenire pericoli e minacce.
In un post pubblicato su Psychology Today, la psichiatra Carrie Barron spiega che solitamente la cherofobia è un meccanismo di difesa costruito dopo un trauma o conflitto. «Spesso succede quando, durante l’infanzia, si è creato un legame fra felicità e punizione. Se sei spaventato dal piacere, potrebbe essere perché, in passato, la punizione o l’umiliazione hanno distrutto la tua gioia. Adesso hai paura di sentirti felice perché temi che la bolla esploda di nuovo».
Secondo Carrie Barron, può essere utile cercare di scavare nel proprio passato con uno specialista, per comprendere le cause del disturbo. Ricorrere ad un aiuto esterno è già il primo passo per uscire dal vortice della paura. In questo caso stai già lavorando su te stesso iniziando un percorso di “guarigione”, perché ricorda che i farmaci spesso sono solo una cura per il sintomo e non per il problema.
La vita di ognuno può essere straordinaria oppure terribile, il più delle volte è una nostra decisione.
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